LookNess Story :-)

Questo è l’inizio della storia di LookNess.
Parto un po’ da lontano e precisamente dal Regno Unito. Che poi tanto unito non è, essendo composto da regioni, anzi, da nazioni, come sanno bene gli appassionati di rugby, molto diverse tra loro: Inghilterra (che è il nome che noi solitamente attribuiamo, sbagliando, a tutto il territorio), Irlanda del nord, Galles e Scozia. Ognuna di queste nazioni ha la sua bandiera, le sue tradizioni, le sue usanze. E guai a confonderli!
Una cosa in comune ce l’hanno: sono tutti forti bevitori. Ma questa è un’altra storia. Il luogo da cui parte questa mia nuova avventura si trova nel nord, tra le verdi e brumose lande della Scozia…
La Scozia, dicevamo…terra di antiche tradizioni. I Romani non riuscirono ad assoggettarla e al tempo dell’imperatore Adriano eressero una fortificazione per difendersi dai feroci Caledoni.

Terra di colline e fiordi, castelli diroccati e greggi sparse sui verdi pascoli. Terra di forti bevitori… ma questo particolare adesso non ci interessa.
Andiamo invece a nord di Edimburgo, più precisamente a Inverness, una città al termine di un fiordo. Oh, finalmente, direte! Ci siamo? È qui che si svolge la nostra avventura? No, non ancora, ma non siamo molto lontani. Dobbiamo spostarci appena un po’ verso l’interno. In una bassa e nebbiosa vallata si trova un lago stretto e lungo, dalle acque fredde e limacciose. È conosciuto con il nome di Loch Ness…
Sulle rive del lago di Loch Ness si ergono le antiche rovine di un castello. Si tratta di Fort Augustus, eretto nel XVII secolo e ridotto al ruolo di scenografico corredo paesaggistico. Ma questa non è un’avventura ambientata in un antico maniero.
Quando pensiamo a Loch Ness, infatti, a nessuno di noi viene in mente la valle di Inverness e tanto meno il castello diroccato. Al solo sentire pronunciare il suo nome, si materializza un’altra immagine: quella di un mostro che vive (davvero?) nelle sue acque.
Si tratta di Nessie, un gigantesco plesiosauro che, prima della pandemia, attirava nei pressi della valle e del lago orde di turisti, improvvisati esploratori, scatenati reporter…

Allora, a proposito di Nessie…. Le prime voci sulla sua esistenza risalgono a un monaco della zona, tal Adamnano di Iona, che in una sua cronaca dell’anno 566 racconta di un mostro terrificante uscito dal lago in occasione del funerale di San Colombano.
Poi per un po’ di lei (perché Nessie è una femmina – e chissà come lo hanno scoperto…) non si sono più avute notizie. Sino al 1871, quando il dottor Makenzie – e ti pareva che in Scozia mancasse un mac! – mentre passeggiava in riva al lago giurò di averla vista.
Gli avvistamenti “seri” iniziarono tuttavia dal 1933, quando fu inaugurata la strada che costeggiava il lago: tanti furono certi di averla incontrata e alcuni riuscirono perfino a fotografarla.
Proprio quell’anno infatti comparve la prima immagine del mostro, una fotografia scattata da un amico dei proprietari di un albergo con vista sul lago (che coincidenza!) e pubblicata sull’Inverness Courier. Come se non bastasse, nel ’36 venne diffuso il primo filmato della misteriosa creatura, e da allora è stato tutto un susseguirsi di avvistamenti, tracce, foto, oltre a un gran affollarsi di persone alla ricerca di emozioni e suggestioni. Quante? Circa un milione all’anno. Almeno prima del Covid. E poi libri, film, videogiochi…
Morale della storia?
Nessie non esiste. Sono state fatte ricerche di ogni tipo, rilevamenti dal satellite, osservazioni con sommergibili, uso di ecoscandagli, analisi del DNA dell’acqua del lago… Niente.
Ci sono molte anguille, quelle sì, tanto che qualcuno ipotizza che Nessie non sia altro che un’anguillona di dimensioni più grosse del normale. Ma nessuna traccia di plesiosauri o altre creature simili. Eppure… eppure Nessie esiste. Non in Scozia, nei pressi di un castello in rovina e tantomeno dentro a un lago, ma piuttosto in un luogo “dove ci piove dentro”, come dice Italo Calvino (anche in Scozia, del resto, piove molto spesso).

Quel luogo è il nostro immaginario, qualsiasi cosa voglia dire questa parola, ed è un posto che per me non soltanto è vero e reale, ma nel quale anch’io, come Nessie, vivo, in un’esistenza che si può definire parallela a quella che tutti chiamiamo “terrena”.
E se questa cosa vi sembra improbabile, da aedsso potrà esserlo di meno: se vorrete, potrete farci un salto dentro anche voi, oppure bagnarvi solo i piedi…
Loch Ness, infatti, da entità immaginaria, si è trasformata in Lookness, un luogo sia fisico – una piccola galleria d’arte a Parma, in via Marchesi 26 – che virtuale – un sito ad esso dedicato.
Di cosa si tratta?
Di uno spazio in cui il mio immaginario trova espressione e rifugio, un luogo dove condividere con gli amici e gli appassionati un po’ di bellezza, di storie, di arte, di fantasia. Questo è possibile sia di persona (quando e come si potrà, ma sempre in piena sicurezza), che online, grazie al nuovo sito attraverso cui potrete, se vorrete, interagire con me, vedere le opere e, perché no, anche acquistarle. In questo momento, così difficile per tutti, ho voluto provare a fare un passo in avanti, in quel regno dell’immaginario che amiamo, non per fuggire dalla realtà, ma per dargli un’alternativa e un senso. A maggior ragione adesso.
Ecco, quindi, le “istruzioni per l’uso” di LookNess, il mio nuovo spazio espositivo.
La piccola galleria/studio si trova in via Marchesi 26/b, a Parma, al piano terra di quello che una volta era il Cinema Odeon. Qui ricevo le persone interessate al mio lavoro, esclusivamente su appuntamento, al pomeriggio e durante il fine settimana. Naturalmente in piena sicurezza: due persone alla volta, mascherina, guanti monouso per toccare le opere, posto auto o bicicletta riservati.
Per chi invece preferisse una visita virtuale, in questi giorni di distanziamento, questo è l’indirizzo del sito dedicato, in cui potete già esplorare lo spazio… Il sito non è un negozio online, ma è comunque un luogo virtuale in cui poter vedere, selezionare ed eventualmente prenotare e acquistare le opere presenti.
In attesa di vederci, buon divertimento!
